Speranza, Indignazione, Coraggio

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Indignarsi” o “Indignazione” è un termine poco usato nel linguaggio quotidiano. Quando va bene usiamo “arrabbiarsi” o “rabbia”; quando va male si cade nella volgarità. il papa ha invitato in maniera nuova e fortissima i giovani ad un impegno sociale: Benedetto XVI chiede a tutti di impegnarsi di più nella vita civile ed in particolare invita i giovani a non guardare il loro futuro con ansia e timore, a non rinunciare ai loro sogni, ma a cercare tenacemente risposte alle loro domande. Nessuna rassegnazione e tanta speranza, insomma: è questa la «generazione di Benedetto XVI. In effetti l’indignazione, cioè una certa rabbia davanti alle cose storte o addirittura malvagie appartiene alla fede cristiana. La pensava così sant’Agostino. Diversi autori (tra cui il Prof. Zamagni da cui ho sentito la citazione) attribuiscono al santo vescovo di Ippona, questa frase: “La speranza ha due figli bellissimi: l’indignazione e il coraggio. L’indignazione davanti alle cose così come sono, il coraggio per cambiarle! (“Spei duo pulchri liberi sunt: indignatio et animus. Prima ante res ut sunt, secundus ad mutandas.”) La speranza cristiana dunque è madre di indignazione e coraggio. Vediamo perché.

La speranza

La speranza, per i cristiani, è una virtù che è data all’uomo dal dono di Dio. Nasce e cresce frequentando il Signore. E’ la certezza che Dio è vicino e non ci abbandona, né ora né mai. Così possiamo essere sicuri di non perderci. E’ così essenziale alla vita cristiana che ha la stessa importanza della fede e della carità, e il suo opposto, la disperazione, è un atteggiamento grave quanto l’incredulità o la mancanza di amore. Il papa più volte ci ha richiamati a custodire la speranza ricordandoci che quando si è privi di essa non si cammina. A chi è più giovane e a chi ha il compito di educare il papa ricorda che l’«anima dell’educazione» si radica in una «speranza affidabile». Senza speranza un ragazzo non avrà motivazione e forza per lottare per un futuro! La speranza dei cristiani è fondata sulla resurrezione di Gesù: Lui ha vinto la morte ed è con me, anzi in me. Con Lui posso lottare contro ogni forza di male ed essere certo che vincerò anche la morte, o meglio, Lui in me vincerà anche la morte! La speranza cristiana è la certezza che qui ci può essere un mondo migliore e, dopo la morte, il paradiso.

L’indignazione

L’indignazione è uno stato profondo dell’animo che i vangeli attribuiscono spesso a Gesù. Davanti alla durezza di cuore dei capi di Israele, davanti al disprezzo dei piccoli da parte dei suoi discepoli… L’apostolo Paolo suggerisce: Adiratevi, ma non peccate; non tramonti il sole sopra la vostra ira,e non date spazio al diavolo. Insomma bisogna arrabbiarsi! Certo non si parla dell’ira di un uomo che non sa controllarsi o vuole a tutti i costi affermare se stesso… Cos’è dunque l’indignazione e perché è figlia della speranza? La scrittura definisce indignazione la partecipazione di un uomo al giudizio di Dio sul male. Come Dio si arrabbia davanti al male e lo vuole cambiare, così l’uomo di Dio vive un sentimento di indignazione davanti all’andare male delle cose di questo mondo e vorrebbe vederle andare diversamente, secondo la volontà di Dio. E’ proprio la speranza, cioè la certezza che il mondo può essere migliore che fa nascere l’indignazione. Esiste dunque un’indignazione bella e vera, che non fa barricate e non usa violenza, che non si lascia strumentalizzare da nessuno, ma che sa guardare in faccia i problemi, sente profondamente le cose, evita la pigrizia e la banalità, sa prendere su di se la ricerca della soluzione delle questioni.

Il coraggio

Nel vangelo si parla spessissimo di coraggio: è l’atteggiamneto chi sa stare a testa alta e parlare francamente, senza paura di nessuno. Gli apostoli mostrarono molto coraggio nel testimoniare una fede che li portò a subire persecuzione e morte… Nella frase di Agostino il coraggio è figlio della speranza, perché solo chi intravvede un futuro possibile si impegna rischiando e a testa alta. Se uno non pensa ci sia futuro non si impegna più di tanto. Certo esiste un coraggio disperato: è quello di chi ha il coraggio di rischiare la propria vita per niente (per un gioco, per una bravata…). Ma esiste anche il coraggio pieno di speranza di chi accoglie con gratitudine il dono di figli e vuole lasciare a loro un mondo vivibile, di chi si impegna per il bene di tutti, di chi porta avanti lotte per la giustizia, per il rispetto dell’uomo e del suo preziosissimo ambiente, di chi sa che ora ha dei talenti, ma gli sarà chiesto se li ha usati bene…

Noi cristiani testimonieremo vera speranza se sapremo indignarci contro tutto ciò che è ingiustizia e causa di sofferenza e se avremo sempre il coraggio di credere che cambiare non solo è possibile, ma necessario. E su questa strada possiamo incontrare tante donne e uomini di buona volontà, che non per interesse di parte, ma per desiderio di bene vivono lo stesso impegno. Solo così saremo di aiuto ai più giovani per liberarli da una vita pigra, superficiale e spesso piena di paure!

Don Paolo

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