La sorpresa di Pasqua

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Da bimbi le “sorprese” ci appassionavano, perfino quelle, sempre un po’ deludenti, che si trovavano dentro le uova di pasqua! Chi è più giovane ama le sorprese, le cerca, le desidera… Più passano gli anni più diamo alla parola “sorpresa” un significato negativo: eventuali “sorprese” saranno solo grane… riteniamo quasi impossibili le sorprese positive. Tra adulti si dice spesso: “speriamo che oggi non ci siano sorprese!”.
Il tema della “sorpresa” è centrale nella pasqua cristiana perché quella Pasqua di duemila anni fa ha portato la sorpresa più grande: la morte è vinta, dalla morte si esce si va al Padre! Quella sublime sorpresa ha ancora qualcosa da dire oggi? Storie di violenza e di guerra ci hanno riempito gli occhi e il cuore nell’inverno appena trascorso. La poca chiarezza sui valori fondamentali (penso soprattutto alla famiglia), una litigiosità in continuo aumento, la “globalizzazione dell’indifferenza” (come dice il papa) rendono tutti più chiusi, preoccupati, arrabbiati… non c’è dubbio: abbiamo preso una strada sbagliata! Se apro il vangelo, scopro una particolare sintonia tra il nostro tempo e gli amici di Gesù dopo la morte del loro Maestro sulla croce del Calvario: la loro situazione è di profonda delusione; cosa si poteva sperare ancora dopo quella croce? Proprio in quella storia di tenebra è sorta la luce nuova, la sorpresa più grande che la storia umana abbia mai incontrato: il sepolcro è vuoto, Gesù si fa incontrare vivo, risorto. Tutto può ripartire… Dio Padre, risuscitando il crocifisso ha mostrato la Sua logica, il Suo punto di vista:

“Dio non si vergogna della bassezza dell’uomo, vi
entra dentro… Dio ama ciò che è perduto, ciò che non
è considerato, ciò che è emarginato, debole e affranto;
dove gli uomini dicono “perduto”, lì egli dice “salvato”;
dove gli uomini dicono “no”, lì egli dice “sì”.
Dove gli uomini distolgono con indifferenza o
altezzosamente il loro sguardo, lì egli posa il suo
sguardo pieno di amore ardente e incomparabile.
Dove nella nostra vita siamo finiti in una situazione
in cui possiamo solo vergognarci davanti a noi stessi e
davanti a Dio, dove pensiamo che anche Dio dovrebbe
adesso vergognarsi di noi, dove ci sentiamo lontani
da Dio come mai nella vita, proprio lì Dio ci è vicino
come mai lo era stato prima.
Lì egli vuole irrompere nella nostra vita, affinché
comprendiamo il miracolo del suo amore, della sua
vicinanza e della sua grazia”.

(D. Bonhoeffer)
Da qui riparte la storia dei cristiani che hanno reagito con speranza al male, sostenuti dalla vittoria del loro Signore. E’ una storia che ha steso semi di amore vero, di dono, di impegno sincero, alle volte un po’ folle, per la dignità e il bene di questo mondo. Non sono mancati tradimenti ed egoismi, ma quella Resurrezione ha portato vita nuova in tutti quelli che l’hanno accolta con cuore sincero e vi si sono affidati. Può succedere ancora. Dice il papa:

“Fratelli e sorelle, non chiudiamoci alla novità che Dio
vuole portare nella nostra vita! Non chiudiamoci in noi
stessi, non perdiamo la fiducia, non rassegniamoci mai:
non ci sono situazioni che Dio non possa cambiare,
non c’è peccato che non possa perdonare se ci apriamo
a Lui… Accetta allora che Gesù Risorto entri nella tua
vita, accoglilo come amico, con fiducia: Lui è la vita!
Se fino ad ora sei stato lontano da Lui, fa’ un piccolo
passo: ti accoglierà a braccia aperte. Se sei indifferente,
accetta di rischiare: non sarai deluso. Se ti sembra
difficile seguirlo, non avere paura, affidati a Lui, stai
sicuro che Lui ti è vicino, è con te e ti darà la pace che
cerchi e la forza per vivere come Lui vuole”.

Nelle nostre comunità cristiane vogliamo vivere la sorpresa della Pasqua.
Lo faremo cantando insieme l’alleluia per la vittoria sulla morte che Gesù ha operato e alla quale ci affidiamo per riconoscere che ogni vita è in cammino verso il paradiso di Dio.Lo faremo riconoscendo i peccati che ci abitano e chiedendo il perdono perché, una volta perdonati, possiamo portare a tutti la gioia di ricominciare.
Lo faremo rifiutando l’indifferenza verso la sofferenza degli altri e continuando a condividere il tempo, gli affetti ed anche i beni con chi di noi fa più fatica.
Lo faremo accogliendo dal vangelo la notizia che la fatica per costruire il bene non è insensata, ma è il segno concreto che siamo uniti alla vittoria di Cristo.

Buona Pasqua!

don Paolo

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