Educare: dare la risposta “Sbagliata”

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Non pretendo certo che questa sia l’unica definizione di “educazione”. Si potrebbero individuare molteplici approcci a questo tema.Voglio solo condividere una riflessione emersa tra di noi, nei lavori iniziali di questo nuovo anno pastorale. Siamo partiti da un brano del libro biblico “Atti degli Apostoli” al capitolo terzo:

Un giorno Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera verso le tre del pomeriggio. Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita e lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta «Bella» a chiedere l’elemosina a coloro che entravano nel tempio. Questi, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, domandò loro l’elemosina. Allora Pietro fissò lo sguardo su di lui insieme a Giovanni e disse: «Guarda verso di noi». Ed egli si volse verso di loro, aspettandosi di ricevere qualche cosa. Ma Pietro gli disse: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!». E, presolo per la mano destra, lo sollevò. Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono e balzato in piedi camminava; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio.

Questo è un racconto di guarigione avvenuto nella prima chiesa cristiana. E’ un racconto storico, ma possiamo leggerlo anche nella sua carica simbolica, che lascia intravedere la storia di una “educazione” riuscita. Infatti il protagonista è un uomo, che si trova inizialmente in una situazione di blocco, di mancanza di autonomia, seduto e dipendente dall’elemosina degli altri e alla fine è rinvigorito, capace di camminare e di saltare, cioè di stare in piedi da solo, di agire: da “portato” a “saltante”. Cosa è avvenuto? Cosa ha cambiato la situazione? Al centro del racconto c’è la scena della domanda dell’uomo e della risposta “sbagliata” di Pietro e Giovanni. L’uomo chiede ciò di cui sente il bisogno in quel momento: due soldini per far sera e soddisfare il suo bisogno primario del momento. Pietro e Giovanni (per fortuna) non hanno soldi ed allora rispondono al bisogno dell’uomo dando altro, quello che loro hanno già avuto, quello che dà a loro la forza di stare in piedi, cioè la forza di Cristo. Per questo dico che la risposta di Pietro e Giovanni è “sbagliata”. Gli era stato chiesto pane e soldi e loro hanno dato Cristo e il suo Vangelo. Ma solo così l’uomo è diventato un “camminante” ed un “saltante” che non fa più l’elemosina. Pensate se Pietro o Giovanni avessero avuto qualche euro in tasca e avessero dato la risposta giusta! Quell’uomo avrebbe passato la vita a chiedere l’elemosina. Allontaniamoci dal brano e veniamo alla nostra vita di tutti i giorni, solo per farci qualche domanda a due livelli di riflessione: sul piano squisitamente umano mi chiedo: non è che la fatica ad educare oggi, a far crescere, derivi dall’aver sempre dato ai più giovani tutto quello che loro ci chiedevano, le risposte “giuste” (Ipod, Itouch, Iphone, la notte fuori, la scuola facile, la giustificazione di tutto, il problema sempre già risolto…) rendendoli dei mendicanti che a fine giornata hanno di tutto, ma sempre mendicanti? E’ giusto che sia la loro domanda esplicita a gestire la nostra offerta? O questo non è piuttosto un modo comodo? “Pietro fissò lo sguardo su di lui insieme a Giovanni”: alle volte ho l’impressione che il nostro sguardo non sia fissato sui reali e profondi bisogni di chi, più giovane, ci è affidato, ma piuttosto sulla preoccupazione che “abbia quello che hanno tutti” o qualcosa in più. Forse il primo grande lavoro degli adulti che educano è sapere cosa è veramente importante nel vivere e donare ciò che è veramente essenziale. Su un altro piano, collegato, ma più legato alla nostra vita di parrocchia, mi chiedo se, come comunità, sappiamo dare veramente ciò che abbiamo, cioè il nome e la forza di Cristo Gesù, o se alle volte non cadiamo nel tranello della “risposta giusta”. Alle volte ho un po’ paura che anche la parrocchia si lasci “fregare”: ci viene chiesto di spenderci nell’educazione, nel tenere qui ragazzi e giovani, nell’aiutarli a scuola, nel dare loro amici giusti… sapremo dare sempre la risposta “sbagliata”? Quella risposta è Gesù di Nazareth, la sua forza, il suo perdono, il suo amore, il suo stile di vita. Pochi ce lo chiedono, ma è Lui il segreto. E’ lui che fa camminare, saltare, lodare e dopo viene anche il resto!

don Paolo

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