La Sua vittoria
Un pensatore cristiano dei primi secoli racconta che una notte fece un sogno. Mirìadi di passerotti svolazzavano sotto una rete tesa a una certa distanza dal suolo. Tentavano continuamente di prendere il volo, ma urtavano nella rete e ricadevano a terra. Era uno spettacolo triste, angoscioso. Ma ad un certo punto uno di questi passerotti si ostinò a lottare contro la rete finche, ferito e sanguinante riuscì a spezzarla e prese il volo verso l’azzurro. Un alto grido si levò dal popolo dei passerotti, e con un fruscio di innumerevoli ali, tutti si precipitarono attraverso la fenditura verso lo spazio senza limiti.
Gesù, ricoperto di sangue, ha spezzato la rete del destino.
L’impossibile è ormai al centro della fede cristiana e dell’umanità. Non come una facile certezza che intorpidirebbe gli uomini. Non è nello stile di Gesù evitare al uomo di essere uomo. Il suo grido vuole aprire a tutti lo spazio… (G. Bessière)
Solo le Sacre Scritture possono raccontare veramente la Pasqua di Gesù e guidarci verso quel mistero. Ogni altro racconto rischia di banalizzare la vittoria di Gesù sulla morte e sul male. Ad ogni modo, anche un racconto come quello riportato può diventare uno spunto, uno stimolo a pensare.
La Pasqua inizia dalla consapevolezza di essere sotto la rete. E’ la rete della rapidità tremenda con cui passano i nostri giorni ed è la rete che si oppone al desiderio di infinito che abita l’uomo, anzi che l’uomo stesso è.
La Pasqua annuncia la vittoria di uno, Gesù Cristo, contro tutto ciò che mortifica l’uomo che non viene mai dal Padre.
La Pasqua è l’apertura di un modo nuovo di vivere e di una speranza infinita.
Scendendo nella morte, Dio in Gesù ha voluto lottare per noi contro ciò che ci annienta, e lo ha vinto. Ma, direte, perché la morte e tutte le sue sfaccettature (paure, limiti, debolezze e soprattutto il male e il peccato) ci sono ancora? L’immagine dice una cosa che credo importantissima: la rete (cioè l’opera mortificante del male) non è stata tolta di mezzo, ma in essa si è creata un’apertura per uno spazio nuovo. Ciò significa che sempre, da Gesù in poi, ogni incontro con il male, il limite, il peccato e perfino la morte può diventare “passaggio” cioè “pasqua” (parola ebraica che significa appunto passaggio) per una nuova vita.
Di san Paolo nella lettura della notte di Pasqua:
“Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione.”
La caratteristica dei battezzati che prendono sul serio la loro fede, è la speranza continua, la lotta contro ogni rassegnazione, l’impegno per il bene di tutti e la certezza dell’abbraccio di Dio Padre ora e per sempre.
“Gesù, vero agnello che ha tolto i peccati del mondo, morendo ha distrutto la morte e risorgendo ha ridato a noi la vita.”
La vittoria di Gesù e la Sua presenza viva nella nostra vita operi tutto questo!
Auguri di una Santa Pasqua.
don Paolo