santa maria assunta

Cenni di storia di Santa Maria Assunta redatti da Mons. Ivano Cassoli in occasione del centenario della costruzione della chiesa parrocchiale

Una duplice felice ricorrenza ha suggerito questo articolo: il 1° centenario della costruzione della attuale Chiesa Parrocchiale di Padulle e il 50° di Ministero Parrocchiale del suo arciprete canonico Aldo Quattrini. Nel 1872 il parroco d. Giuseppe Conti delibero con i parrocchiani di demolire l’edificio della Chiesa parrocchiale perchè piccola, oramai cadente e non più rispondente alle esigenze dei tempi e al numero dei fedeli che già a quell’epoca era verso il migliaio… La vecchia Chiesa risaliva a 3 secoli prima, cioè al 1588 ed ormai aveva lodevolmente fatto il suo servizio. Il progetto del nuovo edificio fu affidato al capomastro muratore Vincenzo Brighenti, gia noto per altre costruzioni sacre nel bolognese, che inizio i lavori il 3 febbraio 1874. Occorsero quasi 20 anni prima di usare il nuovo armonioso edificio, che venne inaugurato nel 1892. Il 29 . aprile 1923 il sacerdote Aldo Quattrini prendeva possesso di questa Chiesa parrocchiale, rimasta vacante per il decesso L’interno della chiesa parrocchiale nel solenne, armonioso stile barocco del secolo scorso. del canonico don Francesco Orioli avvenuto il 23 novembre 1922. D. Aldo veniva da Borgo Panigale, ove aveva coadiuvato, come cappellano, d. Callisto Mingarelli, originalissima figura di prete e parroco, ancora ricordato con immensa simpatia a Borgo Panigale. Fu d. Callisto a dare il possesso a d. Aldo. Lo fece malvolentieri, perchè si privava di un aiuto prezioso e di un collaboratore fedele per la sua Comunita, che già cresceva ed impegnava a fondo l’opera dei sacerdoti. Da allora ad oggi (per mezzo secolo) d. Aldo e rimasto a Padulle, al suo posto di « guardia vigilante » sul Popolo di Dio, con un’unica prospettiva di servire, nella carità, nel sacrificio e nel dono di se le anime di questa Parrocchia. Le gravissime alluvioni (1940, 1966), la tragica vicenda della guerra, con il suo doloroso carico di morti, devastazioni, odi, hanno inciso sull’animo e sul corpo di d. Aldo un segno di sofferenza, donando alle sua testimonianza un tono di maggiore venerazione ed affetto da parte dei suoi figli spirituali. Questo opuscolo e nato da queste due felici circostanze e ambedue le vuole opportunamente ricordare ai parrocchiani di Padulle, nel desiderio che sempre meglio si riaffermi l’amore alla propria Chiesa e al proprio Paese, espressione di tradizioni sacre e venerate; simbolo di Fede, vincolo di unione tra i fratelli, luogo di incontro e di riposo spirituale nelle vicende, spesso dolorose della vita. La Chiesa Parrocchiale, espressione di stabilita e grandezza, nel continuo turbolento mutare dei tempi, e dei popoli, nelle meschinità degli odi e delle rivalita umane, custode di una Parola che salva e comanda l’Amore come unica e autentica regola del vivere. Il Parroco, umile servitore della Chiesa e delle anime, generoso testimone ed interprete nel mondo della missione di Cristo e della Chiesa. Questo opuscolo ha un solo desiderio: offrire un contributo (pur modesto, ma affettuoso e convinto) a questi due Ideali S. Maria Ass. di Padulle, 19 marzo 1973.

Origini e storia

S. Maria Assunta di Padulle, un paesino di 1.200 anime, nella pianura bolognese, che si sta rinnovando e abbellendo sotto l’impulso e la tenacia dei suoi abitanti, e si presenta in moderne strutture, dopo il travaglio della guerra e delle alluvioni, che hanno sempre costituito l’incubo e la devastazione del luogo. PADULE o PALUDE, suona in lingua italiana « luogo basso, coperto di acqua stagnante »: anche Dante, nella Divina Commedia, ( Purgatorio, Canto V, v. 82) usa il termine « Padule » in senso di terreno acquitrinoso. Veramente questo territorio e sempre stato soggetto ad alluvioni provocate quasi annualmente soprattutto dal torrente Dosolo, che non potendo nei periodi di piena riversare le acque nel fiume Reno per il dislivello degli alvei, tra- cimando e rompendo gli argini, inondava le campagne. E’ merito dei Monaci Benedettini l’aver dissodato il terreno e provvisto i primi lavori di scoli, come e merito della Bonifica attuale (1922) l’avere risanato quasi del tutto la situazione. Non meraviglia che nel passato qui dominasse la malaria che, con l’acqua inquinata, provocava malattie epidemiche. Anche territori coltivati a risaie portavano il loro triste contributo alla situazione depressa. I Parroci locali si adoperarono con ogni mezzo per fare scomparire tali. culture e si opposero sempre a tentativi replicati di restituirle. La posizione geografica di Padulle e cosi de- scrivibile: a sinistra del fiume Reno e a destra del torrente Dosolo, a 25 metri sul livello del mare, a una ventina di Km. a Nord di Bologna. Il suo centro dista Km. 10 da S. Giovanni in Per- siceto e Km. 15 da Cento, e unito a Bologna, capoluogo della Provincia, da 5 strade asfaltate: per Tavernelle – Sala, per Calderara (via provinciale « la Padullese »), per Bonconvento – Longara – 5. Vitale, per Funo Castel maggiore, per la via Lame – Trebbo di Reno, tutte strade ottime e con poca differenza di percorso. La popolazione Codice Gozzadini, a. 1578 disegno 155 La chiesa di S. Maria di Padulle ai tempi del Concilio di Trento; forse fu il primo edificio sacro della Comunità Cristiana padullese. e di poco superiore alle 1.200 unita.

Civilmente fa parte del Comune di Sala Bolognese, la di cui Sede, con Decreto Reale del 19 luglio 1871, fu qui trasferita nel palazzo gia proprieta Montpensier e, demolito questo in seguito all’alluvione del 1966, ora sistemata nel decoroso edificio costruito dal Genio Civile nel 1969. Le prime notizie che interessano la Chiesa e la parrocchia, la cui origine e probabilmente da attribuirsi alla vicina vetusta pieve di Sala bolognese, risalgono ad un documento del 30 agosto 1301, che secondo alcuni potrebbe essere L’atto di fondazione. E’ invece sicuramente documentata la presenza di questa Chiesa nel celebre elenco delle chiese e luoghi pii della diocesi bolognese compilato nel 1366 e pubblicato dal Melloni nel tomo 2° della sua Opera « Atti o Memorie degli uomini illustri in santita ecc. »; Pag. 359-404. Nelle chiese e benefici di spettanza del Capitolo Cattedrale di Bologna all’ultimo posto e detto « Ecclesie S. Marie de Padule sale ». Nella Visita Apostolica compiuta dal Vescovo Mons. Ascanio Marchesini nel 1573 a tutta la diocesi Bolognese, a nome del Papa Gregorio XIII, alla data 4 settembre (volume 3° H, 501, foglio 1135) risulta che il visitatore d. Antonio Dolfi, delegato dal Marchesini, visito la chiesa di « S. Maria de Padule » che contava circa 300 anime. Essa in quell’ epoca era ancora unita ad un beneficio mansionariale del Capitolo cattedrale di S. Pietro tenuto da d. Nicola Castellani che a Padulle aveva un Vicario attuale nella persona di d. Vincenzo Gentili della diocesi di Bertinoro in Romagna. D. Gentili fu il primo rettore della chiesa, essendosi frattanto staccata dalla mansioneria di S. Pietro. Questo Rettore fu molto benemerito di Padulle perche inizio la seconda chiesa parrocchiale che termino il 30 settembre 1588. Questa costruzione fu preceduta da altra, forse risalente alle origini della Comunita parrocchiale, come lo puo indicare lo stile di essa. Nel « Codice Gozzadini » risalente al 1578 e conservato nella biblioteca comunale dell’Archiginnasio pubblicato da M. Fanti nel volume « Ville, Castelli e Chiese bolognesi da un libro di disegn La seconda chiesa del 1588. Venne demolita nel 1874. Il campanile fu atterrato nel 1942. i del 1500 » disegnata al N. 155 la « Chiesa di S. Maria della Padula ». Una costruzione estremamente semplice, quasi primitiva, con un campanile invece di interesse in stile romanico. La Chiesa e addossata ad una costruzione, la canonica, di maggiori proporzioni e alquanto piu elegante. Purtroppo di tali costruzioni nulla e rimasto se non il disegno ricordato.

L’attuale chiesa.

La seconda chiesa del 1588 resse al tempo fino al secolo scorso, quando divenuta insufficiente e collabente, fu sostituita dall’attuale. La nota pubblicazione « Le chiese parrocchiali della diocesi di Bologna » al Tomo 2° N. 85, porta il disegno originale della chiesa del 1588 ripreso direttamente sul posto dal disegnatore Enrico Corti, nel 1848. L’edificio era molto semplice, a una sola navata, con tetto a due spioventi, una sola entrata, accanto si ergeva il campanile primitivo, rialzato nel 1750 a cura del parroco Pierpaolo Forlai, e poi demolito nel 1942 perche oramai decrepito. Scompariva cosi l’ultima voce  della primissima Comunita cristiana di Padulle. Opera del capomastro Vincenzo Brighenti fu iniziata nel 1874 per iniziativa del parroco d. Giuseppe Conti, che resse la parrocchia dal 1868 al 1901, e fu il piu convinto e benemerito sostenitore dell’impresa, per quei tempi, assai ardua. Occorsero 18 anni di tempo a portare a termine la costruzione, che richiese un impegno economico assai rilevante, sostenuto in gran parte dal d. Conti. Egli si dedico all’opera con tutta generosita e ogni sua possibilita. La facciata della nuova chiesa, in forme neoclassiche, opera del capo mastro Vincenzo Brighenti.

Diede contributo finanziario anche il Comune e cooperazione entusiastica di lavoro la popolazione, allora assai povera. L’edificio misura mt. 30,57 di lunghezza, mt. 12 di larghezza e mt. 17 di altezza, e di stile barocco, con colonne di ordine corinzio, e si presenta al suo interno armonioso, snello e solenne, pur senza pregi speciali d’arte. A cura dell’attuale Arciprete vennero compiuti numerosi e rilevanti restauri e abbellimenti: precipui la nuova sagrestia, pavimento, altari, battistero, rivestimento di marmi, tinteggiatura, impianto di riscaldamento e altro. La guerra porto i suoi segni devastatori anche in questa costruzione, che dovette subire una generale ripassatura dell’intero corpo murario. L’alluvione del 1966 scarico tonnellate di melma e fango sul territorio di Padulle. Anche la Chiesa ne fu invasa e subi gravi danni e l’ingiuria dell’umidita, faticosamente riparati con pronta opera.

Passando a descrivere minutamente le bellezze artistiche del sacro edificio, sostiamo alla Cappella maggiore. L’altare solenne, maestoso, impreziosito da marmi policromi di gran valore, ha in centro un magnifico tabernacolo, con porticina di bronzo dorato che porta scolpito il simbolo della Fede. Fu donato nel 1892 dalla signora Angiolina Garagnani Ved. Rivani. Sopra emerge, visibile da ogni parte della chiesa, un grande Crocifisso in legno scolpito, opera della Ditta Martiner di Ortisei, eseguito nel 1946. L’immagine del Cristo e rilevata dalla 5. Sindone di Torino, ed e di grande effetto. Nell’abside e degnamente sistemata, in una bella ancona, una tela raffigurante l’Assunta, titolare della chiesa e patrona della parrocchia. E’ l’opera del pittore locale Natale Selleri, che la compi nel 1886, riproducendo fedelmente l’Assunta di Guido Reni (sec. XVI) venerata a Castelfranco Emilia. Si ha memoria da vari documenti (vedi « Le chiese Parrocchiali della diocesi di Bologna », tomo 2°, dispensa n. 85) che nella precedente chiesa esisteva, all’altar maggiore, una tavola raffigurante la Madonna, opera di uno dei celebri fratelli Francia, pittori bolognesi del sec. XV. La pittura, gia guasta, s’ignora dove sia finita.

Cappelle minori

Ai lati della navata sono erette 4 Cappelle, con relativi altari, tutti uguali, costruiti nel 1936. La prima, a destra della porta maggiore, e dedicata a S. Giuseppe, con una tela del nominato pittore Natale Selleri. La seconda e dedicata alla Madonna del Rosario, e conserva in una nicchia sopra l’altare, una statua della Madonna col Bambino, in terracotta policroma, opera S. Vergine Assunta in cielo.Titolare della chiesa parrocchiale e patrona di Padulle. Tela di Natale Selieri – Altare Maggiore. (Copia dell’Assunta di Guido Reni nella parrocchia di Castel Franco Emilia) di ottima fattura, attribuibile al sec. XVIII. Nella seconda cappella a sinistra, dedicata al S. Cuore, di Gesu, la pala dell’altare e del pittore bolognese architetto Giuseppe Rivani, che la compose nel 1924, ed e la sua prima opera pittorica di cui poi fece copia uguale per la cappella del Seminario Regionale di Bologna. La prima cappella a sinistra ha una pala di 5. Antonio abbate, ed e opera del ricordato Natale SelIeri. Lo scultore De Carolis, nel 1894, esegui le quattro statue degli Evangelisti sistemate nelle nicchie della navata. Nella piccola cappella a destra della porta principale e messo in venerazione un gruppo scultoreo dello stesso De Carolis rappresentante « La Pieta », nella stessa cappellina venne sistemata nel 1926 la Tomba dei Parroci di Padulle e attualmente vi riposano le ossa di d. Giuseppe Conti, costruttore della chiesa, defunto il 19 maggio 1901, e quelle del canonico Francesco Orioli, defunto il 23 novembre 1922. Nella cappellina a sinistra entrando e collocato il Battistero. Il S. Fonte e di rame battuto e cromato (1938) e i muri sono rivestiti di marmo pregiato di Siena (1956).

Le campane


Demolito nel 1942 il vecchio campanile, ed essendo stato razziato e disperso dai tedeschi nel 1943 e 1944 tutto il materiale ancora utile, le 4 campane fuse nel 1842 per cura del parroco d. Giacomo Calisti, del peso complessivo di circa 9 quintali, furono sistemate provvisoriamente in un ricovero di fortuna. Essendo poi state requisite dallo Stato tre di esse, si penso di rifondere e portarne il peso a 15 quintali circa. L’opera fu eseguita dalla Ditta Brighenti diBologna e ne risulto un ottimo « doppio » di 4 campane armoniose, che in attesa di un nuovo campanile (progettato dall’architetto

S. Cuore di Gesù – Tela di Giuseppe Rivani (1924) (seconda cappella a destra) Giuseppe Rivani) hanno trovato sistemazione in apposito locale e collocate su adatto castello che ne consente il suono regolare.

Arredi sacri

Con l’abbattimento della vecchia chiesa andarono purtroppo distrutte o disperse diverse suppellettili di pregio che la chiesa possedeva. Poco rimane. Attualmente essa e fornita di quanto necessita al culto in modo decoroso, grazie alla generosita dei parrocchiani, il lavoro di buone persone e l’interessamento del parroco.

La Via Crucis

Le 14 Stazioni dell’attuale Via Crucis sono opera caratteristica in legno scolpito della Ditta Martiner di Ortisei e furono inaugurate, come opera espiatoria per i soldati parrocchiani in guerra, nel 1943.

Archivio parrocchiale

Decorosamente sistemato in una sala della canonica contraddistinta come « Ufficio Parrocchiale » e dotato di mobili nuovissimi rinnovati dopo l’alluvione del 1966. Non ha documenti di rilievo storico, forse per i gravi danni subiti a causa di un incendio, che devasto la casa parrocchiale verso la fine del 1500. Si conservano gli stati d’anime dal 1685, i registri di battesimo dal 1810, dei cresimati dal 1722, dei matrimoni dal 1648, dei morti dal 1624, oltre registri di « amministrazione » di varie epoche. Sono di particolare rilievo notizie storiche locali lasciate dal parroco Lenzi (1791-1824) e Callisti (1824 -1843).

Le opere parrocchiali

Sono due ampie costruzioni a Nord della chiesa parrocchiale — unite da portico — e coprono un’area di mq. 500. Iniziate con il lavoro e la Fede dei giovani di Azione Cattolica nel 1950, furono ultimate nel 1970 e sono destinate al servizio spirituale, educativo e ricreativo della parrocchia.