Chi fa la chiesa
Il cantiere della ristrutturazione delle opere parrocchiali mi ha portato pensieri belli e anche qualche grana. Il pensiero più bello di tutti parte dalla constatazione della fatica necessaria per fare un edificio: progetti, calcoli, leggi, soldi; poi lavoro manuale, strumenti e mezzi, materiale; infine diligenza, esperienza, rischio… E tutto per fare un edificio speriamo utile, ma che invecchierà in fretta!
Il pensiero più bello di tutti parte dalla constatazione della fatica necessaria per fare un edificio: progetti, calcoli, leggi, soldi; poi lavoro manuale, strumenti e mezzi, materiale; infine diligenza, esperienza, rischio… E tutto per fare un edificio speriamo utile, ma che invecchierà in fretta! Ma chi è che fa la chiesa? C’è un commento di S. Agostino ripreso poi nel concilio Vaticano II che dice: “Dal costato di Cristo dormiente sulla Croce è scaturito il meraviglioso sacramento che è la Chiesa”.
Mi fa impressione il confronto tra l’affanno di noi, costruttori di cose che passano, e la pace di Cristo “dormiente” che, morto sulla croce, costruisce la Sua Chiesa.
Dal mistero pasquale, cioè dalla passione, morte, resurrezione e ascensione al cielo del Signore Gesù, nasce il “popolo di Dio” in cammino per realizzare un mondo nuovo o almeno un modo nuovo di stare al mondo.
E’ Lui che “fa”, agisce nel cuore della gente, suscita desideri di generosità e attenzione ai piccoli. E’ Lui che fa sì che la Chiesa rimanga bella e compia la sua opera di madre liberando i suoi figli dal non senso e dalla morte. Per questo i contemporanei dei primi cristiani definivano la Chiesa: “la comunità di quelli che sono senza paura”. E questa comunità la edifica Cristo stesso altrimenti non potrebbe reggere: “Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesש Cristo.” (1 lettera di Pietro apostolo) L’augurio che questi mesi siano vissuti lasciando che il Signore costruisca in noi la Sua Chiesa. Non vi sembri poca cosa “lasciarLo fare”!
- Per lasciar fare al Signore bisogna esercitarci nella fiducia in lui, ricorrere a Lui prima e più che ad ogni altra cosa o persona.
- Bisogna rendersi presenti là dove lui è presente, cioè nella Messa e nella Sua Parola: “Cristo è sempre presente nella Sua Chiesa, specialmente nelle azioni liturgiche. E’ presente nella Messa… è presente in tutti i Sacramenti… è presente nella Sua Parola giacchè è Lui che parla quando nella Chiesa si legge la Sacra Scrittura. E’ presente quando la Chiesa prega e salmeggia, Lui che ha promesso Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro.”
- Nella vita del Curato d’Ars, un santo prete francese di inizio 1800, che il papa ha riproposto quest’anno all’attenzione di tutta la chiesa, si racconta che il santo prete aveva osservato un contadino che ogni sera, tornando dal lavoro, lasciava gli attrezzi fuori della chiesa, entrava e restava seduto in silenzio per lungo tempo. Un giorno gli si avvicinò: «Cosa fate qui, buon uomo, in silenzio?». Il contadino, stupito per la domanda, gli rispose: «Sto davanti al mio Signore: lui guarda me ed io guardo lui».
Per lasciar fare al Signore bisogna infine lottare contro i vizi e gli egoismi che ci seducono e ci portano fuori dalla Sua bellezza.
Ma in questo Egli, così presente con noi, ci aiuterà. Stiamone certi!
don Paolo